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Alice Pasin si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 2002 dopo aver frequentato un anno di studi in Olanda, luogo che l'ha particolarmente influenzata. Decisa a non voler edificare ed aggiungere cemento al nostro fragile mondo, amante della natura e dei sistemi ecologici ad essa legati, frequenta il master di progettazione del giardino e del paesaggio della Scuola di Minoprio e svolge il tirocinio presso l'Atelier Acanthe, dove collabora con Gilles Clement, a Parigi. Da quel momento inizia a progettare giardini, parchi e terrazzi con un approccio di sostenibilità e autocostruzione, proponendo nei progetti piante commestibili, rustiche, che attirano insetti, uccelli e animali selvatici per favorire il ritorno alla naturalità dei luoghi e delle sensazioni ancestrali. La morte della nonna, contadina veneta, che faceva l'orto partendo dai semi conservati dalla famiglia, l'ha portata a ricercare le varietà perdute degli orti contadini e a far parte attiva dell'associazione Civiltà Contadina, in cui ad oggi riveste il ruolo di referente, collaborando a vari progetti di orti didattici e mettendo in relazione culture contadine e tecniche agricole naturali ma innovative.

La sua passione per i semi l'ha portata anche a sperimentare e diffondere la cucina crudista fatta di germogli, varietà orticole ricercate e rare, piante spontanee e semi.

Ha curato l'edizione italiana del Manuale per salvare i semi dell'orto e la biodiversità – TerraNuova Edizioni e scritto Il buon giardino selvaggio – manualetto filosofico tecnico per giardinieri, ortisti e progettisti.

Vive in un bosco con Jacopo e i loro due figli e sogna l’autosufficienza alimentare.